Ti ho scelta Nella mensa laterale del desìo
Spulciando con il dito Tra i contorni del menù
Volevo un primo piatto O un secondo al desinare
Ma il tavolo era carico Di cibi da pagare
L'ebbrezza arroventata Dei due calici giaceva
Intrappolata e comica Nel vino che sceglievi
Bouquet fruttato, limpido O pregno di etanolo
Seduti a quella mensa Senza mai volere il Volo
Ti lascio in pace, vero è
Ordinare le pietanze
I balli son finiti Non so aprire più le danze
Nell'attimo frugale Del desìo inconsumato
Affondo il tintinnio Delle coppe del peccato
Insaporato e logico Di tracce di un passato
Palesemente logico Di un conto mai pagato
Ma quando il cameriere Ci pose tra le mani
Un conto forse illogico Da spendere in contanti
Le nostre mani scelsero Di essere distanti
Perché, chiunque paghi Non abbiamo più scusanti
Ti lascio in pace, vero è Ballare le tue danze
Io pavido incapace Di solcare le tue stanze
Rammenda
Il coniugato verbo di passione Tra i giorni incorniciati
Della nuova libagione Che vita e morte, credimi
Son spasimi di tempo Rinserra le tue fila
E lascia andare ogni commento Vorrei poterti spremere
Il succo tra le mani Ma oggi ormai è tardi
Che ti ho persa già domani Domani ormai è dieci
Una semplice espressioneDi quanto questo giorno
Meritasse una canzone